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"Io, John Dale, sono un sognatore. Questo non è mai stato un segreto; sapete, non è difficile distinguere un comune essere umano da un sognatore. I sognatori sono ibridi: incroci perfetti tra uomini e magia, ossa, cartilagine e fantasia. Distanti dalle cose del mondo, la gente ci accusa di essere sempre troppo distratti o troppo maldestri. La verità è che molto spesso ci soffermiamo ad osservare l'invisibile e, ostinati, tentiamo di comprenderlo. Tutto ci interessa, niente ci impressiona per davvero. La vita ai nostri occhi è un dono, la realtà un'utopia: con le dita sfioriamo l'impossibile accarezzando l'idea di vincere una sfida che per altri è già persa in partenza". Il giovane Dale vive il naturale passaggio nell'età adulta coltivando il sogno di diventare uno scrittore. La sua singolare famiglia non lo sostiene, di amici neanche l'ombra, se non l'ombra sua stessa, con la quale ingaggia esilaranti scambi di battute. Solitario e incompreso, obbedisce alla voce della propria coscienza correndo il rischio di apparire inadeguato, perso com'è nelle sue letture o nel barattolo di Nutella. Goffo come Bridget Jones e distaccato dal mondo al pari del ben più ribelle Holden, racchiude in sé contraddizioni tali da risultare irresistibile, tenero ed esilarante... Un personaggio di quelli che restano, tra i tanti che i libri generosamente ci regalano, perché vicino a noi, alle debolezze e alle aspirazioni di ciascuno.